Il nostro corpo è in continua trasformazione e subisce delle modificazioni continue nel tempo. Il nostro organismo, per mantenere l’equilibrio omeostatico, innesca una serie di meccanismi in grado di rispondere agli stress esterni. L’esercizio fisico rappresenta, ad esempio, un importante stress per il nostro corpo, proveniente dall’esterno e provoca delle modificazioni che ne alterano la struttura e ne migliorano l’efficienza. Queste modificazioni possono essere temporanee o durature nel tempo e vengono chiamate rispettivamente aggiustamenti o adattamenti. Se l’esercizio fisico è acuto (come ad esempio un’unica seduta di allenamento) parleremo di aggiustamenti (come l’aumento della frequenza cardiaca e della sudorazione), se è cronico (come ad esempio a seguito di un programma di allenamento) parleremo invece di adattamenti (come l’aumento del numero di capillari periferici, l’aumento del volume plasmatico o l’ipertrofia cardiaca e muscolare che vedremo meglio, nel dettaglio, più avanti).
Dunque abbiamo visto che gli individui che svolgono esercizio fisico cronico subiscono degli adattamenti (ovvero delle modificazioni strutturali e funzionali del proprio organismo indotte da uno stimolo persistente) che permettono al corpo di rispondere al meglio ai successivi stimoli stressanti prodotti dall’allenamento. Ogni adattamento è specifico per il tipo e il carico di allenamento a cui sottoponiamo il nostro corpo (discorso che approfondiremo in seguito).